Ru Courtod le ru retrouvé: Brusson, Ayas, Saint-Vincent

La storia del Ru

Il Ru Courtod rappresenta l'opera omnia di un centinaio di famiglie stanziate sulla collina di Saint-Vincent e nei comuni di Emarèse e Challant-Saint-Anselme che, costrette dalla necessità di irrigare estese zone agricole molto aride, immaginarono e completarono un ciclopico canale capace di trasportare acqua dai 2.150 metri di quota alla base del ghiacchiao del Ventina ai 1.650 metri della sella del Col di Joux, 25 km più lontano.

L’idea del Ru è nata dal basso, cosa assai rara per quei tempi, e si è concretizzata con una richiesta formale al signore locale e proprietario delle terre interessate dal progetto di scavo, il Conte Ibleto di Challand, il quale, con atto notarile d’infeudazione, ha autorizzato i lavori dietro pagamento di una somma una tantum di 80 fiorini d’oro, il compenso annuo di due fiorini di "buon oro” e il diritto di irrigare le proprie terre ogni martedì, notte e giorno.

Forti di una grande tenacia, di capacità pratica, di buon senso e di regole ferree di comportamento (tempi e modalità di lavoro lungo il canale, elezione del consiglio di direzione lavori e degli amministratori ripartiti per villaggio, scelta di fidati capomastro, fornitura degli strumenti necessari alla costruzione: picconi, pale, palanchini, cunei, mazze e zappe) i contadini proseguirono i lavori durante la bella stagione con regolarità per quarant’anni, sino al 1433, data della ratifica dell’infeudazione da parte del Conte François di Challant.

Da sottolineare il fatto che numerosi tratti del percorso si snodano su pareti di roccia a strapiombo e si dovette pertanto ricorrere a veri miracoli di ingegneria muraria per eseguire i lavori.

Il Ru funzionò perfettamente per quasi due secoli, facendo la fortuna degli agricoltori dell’epoca, sino al 1630, quando la peste diffusasi anche in Valle d’Aosta falciò buona parte della popolazione di Emarèse e Challand-Saint-Anselme. Il tratto di canale che serviva quei villaggi fu abbandonato perché mancava la forza lavoro in grado di provvedere alle corvées ed i pochi sopravvissuti persero il diritto all’acqua sino alla seconda metà del secolo scorso, quando massicci interventi per intubare le acque hanno permesso di riaprire il tratto in rovina.

Oggi il Ru riveste un ruolo fondamentale quale testimone di quella che può essere definita una vera e propria “epopea contadina”.